Oltre all'agopuntura, alla dietetica ed alla fitoterapia, la cultura cinese ci mette a disposizione un altro prezioso strumento per il mantenimento della salute e per la cura delle malattie: il qi gong. Letteralmente “qi gong” significa “maestria del Qi” o “lavorare con il Qi, con l'energia”: è una disciplina che attraverso la pratica quotidiana permette di acquisire la consapevolezza del proprio qi e la capacità di dirigerlo, custodirlo, rinforzarlo e scambiarlo con l'ambiente.
È costituito da una serie di pratiche (esercizi posturali, movimenti, automassaggio, tecniche di respirazione e meditazione) che, se eseguite correttamente e regolarmente, portano all'armonizzazione ed alla sincronizzazione di corpo, mente, emozioni e respiro. Ciò si traduce in un miglioramento dello stato di benessere psico-fisico, in un rafforzamento dell'organismo e della sua energia difensiva e quindi nella possibilità di prevenire l'insorgenza delle malattie o di contribuire alla loro guarigione.
In Cina il qi gong viene praticato da millenni da milioni di persone e ne esistono moltissime “forme” diverse. Alcune si utilizzano nelle arti marziali, altre sono più contemplative, altre hanno una maggiore valenza terapeutica. In tempi recenti questa disciplina è stata sottoposta anche ad indagini scientifiche in diversi centri di ricerca, sia in Cina che in diversi paesi occidentali, con il fine di valutarne il possibile impiego nel trattamento complementare di patologie gravi, soprattutto tumorali.
Diversi studi hanno dimostrato che la pratica regolare di alcune forme di qi gong è in grado ad esempio di migliorare le funzioni del sistema immunitario e di aumentare la microcircolazione e l'ossigenazione dei tessuti. Ma al di là di questi effetti, l'apprendimento e la pratica regolare del qi gong hanno un altro più importante obiettivo: quello di indurre le persone ad abbandonare il ruolo passivo di “paziente” che confida solo in esami ed in indagini strumentali per prevenire le malattie e in terapie farmacologiche per curarle, per prendere invece in mano la propria salute e la propria malattia, assumendo un ruolo attivo nel processo di cura e stimolando le proprie potenzialità di autoguarigione.